Programmi TV, ridateci la televisione in estate

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festivalbar Fiorello alessia marcuzzi

Ogni anno nei mesi di giugno e luglio si presentano i palinsesti estivi per la nuova stagione TV, che prenderà il via in autunno, per poi proseguire in inverno e in primavera. E l’estate? Negli ultimi decenni l’estate è poco contemplata nella programmazione televisiva. Nel periodo estivo si tende a sperimentare (poco) e a vomitare nell’etere programmi vecchi, triti e ritriti, visti e rivisti, che nella maggior parte dei casi annoiano lo spettatore.

Il telespettatore non va in vacanza

Così facendo, la televisione risparmia investendo poco in un periodo che reputa ‘morto’, ossia poco interessante per il bacino pubblicitario. Nel contempo, raccatta ascolti un po’ da questo un po’ da quel programma, mancando di rispetto a chi la foraggia tutto l’anno: il telespettatore.

Lo spettatore tipo che non va in vacanza e che ha come unica compagnia la TV, che magari vive da solo, in estate…sclera. Cambia convulsamente canale, cercando qualcosa che lo soddisfi, ma si scontra con una tranche di trasmissioni una qui una lì, tutte già viste.

Chi può disporre di diversivi si dedica ad altro e, piano piano, si disabitua all’apparecchio televisivo, approdando verso lidi nuovi, come Amazon, Netflix e similari, portando un depauperamento negli ascolti delle reti generaliste, come avviene già da diversi anni.

Fare spazio a nuove idee, attingendo dal passato

Non sarebbe più opportuno rimodulare le programmazioni televisive su uno spazio temporale di dodici mesi? Creare un palinsesto anche per l’estate con nuove idee, dando luogo a programmazioni che poco spazio hanno in altre parti dell’anno.

Senza rete

Eppure, andando indietro negli anni, la televisione estiva era ben presente con pregevoli programmi di successo, allietava le serate degli italiani, ad esempio con tanta musica. Primo tra tutti, Senza rete, un varietà televisivo andato in onda per otto edizioni a cavallo degli anni ’70. Andava in onda il sabato sera da giugno ad agosto. Ogni puntata era dedicata interamente ad un cantante famoso. Alla conduzione, negli anni si sono avvicendati vari personaggi, da Alberto Lupo a Paolo Villaggio, da Enrico Montesano a Pippo Baudo.

Giochi senza frontiere

Giochi senza frontiere fu un programma innovativo e longevo. Andò in onda dal 1965 fino al 1999, con una sospensione di alcuni anni. Prodotto dall’Unione Europea di Radiodiffusione, era una sfida ludico-sportiva tra le varie nazioni europee e incollava davanti allo schermo milioni di spettatori. Famiglie intere non saltavano un appuntamento per tifare per l’Italia.

Tra i vari conduttori, Enzo Tortora, Rosanna Vaudetti, Ettore Andenna, Claudio Lippi, Milly Carlucci. Il successo riscosso fu talmente grande che, ancora oggi, occupa un posto di rispetto nella memoria di chi lo seguì, tanto che l’anno scorso Mediaset lo ha riproposto in forma più ristretta, con la conduzione di Ilary Blasi e Alvin. Simpatico amarcord, ma con poco riscontro di pubblico. Da notare che Giochi senza frontiere inaugurò l’eurovisione.

Festivalbar

Vi era, poi, Festivalbar manifestazione canora che vedeva la presenza di cantanti italiani e stranieri, andata in onda dal 1964 e il 2007. Nato inizialmente per premiare i dischi più gettonati nei juke-box, in seguito divenne uno spettacolo musicale itinerante che premiava chi raggiungeva i migliori risultati di vendita dei dischi, di passaggi televisivi e radiofonici.

Il Festivalbar, tra l’altro, è stato trampolino di lancio di molti personaggi televisivi. Lo hanno condotto e da lì hanno accresciuto la loro fama Gerry Scotti, Fiorello, Amadeus, Federica Panicucci, Alessia Marcuzzi.

Programmi, questi, che raggiungevano ascolti inimmaginabili oggi, ma le idee per nuove sperimentazioni estive si potrebbero trovare. Gli autori scrivano dei programmi interessanti, magari con tanta musica, con una narrazione intelligente da poter fidelizzare il pubblico e, magari, gli inserzionisti pubblicitari rimarranno anche in estate.

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